Da ciò si rileva, che la struttura dei fiori delle Orchidee e quella degli insetti che comunemente le visitano, stanno in un mirabile rapporto fra loro, un fatto, la di cui verità fu diffusamente dimostrata nelle Orchidee e in molte altre piante dal dott. H. Müller.
Riguardo all’Orchis pyramidalis, la quale, come abbiamo veduto, è provveduta d’un lungo nettario, il sig. Bond mi usò la cortesia di spedirmi un gran numero di farfalle, fra cui io potei scegliere ventitre specie, le quali portavano aderenti alla loro proboscide le masse polliniche di questa orchidea che si possono facilmente riconoscere.
Ecco la lista delle specie:
Polyommatus alexis.
Agrotis cataleuca.
Lycæna phlæas.
Eubolia mensuraria
(2 esemplari).
Arge galathea.
Hudena dentina.
Hesperia sylvanus.
Heliothis marginata
(2 esemplari).
Hesperia linea.
Xylophasia sublustris
(2 esemplari).
Syrichthus alveolus.
Euclidia glyphica.
Authrocera filipendulæ.
Toxocampa pastinum.
Authrocera trifolii15.
Melanippe rivaria.
Lithosia complana.
Spilodes palealis.
Leucania lithargyria
(2 esemplari).
Spilodes cinctalis.
Caradrina blanda.
Acontia luctuosa.
Caradrina alsines.
Nel maggior numero di questi lepidotteri diurni e notturni aderivano due o tre paia di masse polliniche, e tutte senza eccezione alla proboscide. La Acontia ne aveva sette paia (fig. 4) e la Caradrina non meno di undici paia! La proboscide di questa farfalla assume per ciò un aspetto singolare simile a quello d’una ramificazione. I dischi adesivi, ciascuno dei quali portava un paio di masse polliniche, erano disposti uno dopo l’altro in perfetta simmetria sulla proboscide; ciò dipende dal fatto, che la farfalla aveva introdotto la sua proboscide ogni volta nello stesso modo, in causa delle liste guidatrici esistenti sul labello.
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