Ciò fece nascere in me l’idea, che gl’insetti potessero colle loro proboscidi perforare la lassa membrana interna dei nettarii di quelle specie di Orchis, per succhiare il liquido che in tanta copia è contenuto fra le due membrane. Questa era un’ardita ipotesi, poichè in quel tempo non era conosciuto ancora nessun caso d’insetti che perforassero colle loro delicate proboscidi nessuna membrana neppure fra le più lasse. Ma io ho ora udito dal sig. Trimen, che al Capo di Buona Speranza i lepidotteri diurni e notturni arrecano gravi danni ai peschi e ai prugni perforando le loro membrane. In Queensland nell’Australia, una farfalla, Ophideres fullonica, introduce la sua proboscide munita di robusti denti nella grossa corteccia dell’arancio22. Per cui non v’ha nessuna difficoltà a credere, che le farfalle possano forare facilmente colle loro esili proboscidi e le api colle loro proboscidi molto più robuste la delicata interna membrana dei nettarii delle sopra cennate Orchidee. Il dott. Müller è pure persuaso23 che gl’insetti possano forare le basi ingrossate dei pelali di Laburnum24 e forse anche quelli di altri fiori, per succhiarne il liquido rinchiuso.
Le diverse specie di api, che furono da me vedute a visitare i fiori di Orchis morio, introducevano la loro proboscide nei nettarii asciutti e ve la tenevano per qualche tempo, durante il quale si potevano osservare evidentemente dei movimenti continui di questi organi. La stessa cosa osservai nelle visite di Empis alla O. maculata; ed avendo io poco dopo aperti alcuni nettarii, scopersi qua e là delle minute macchiette brune, che io credo derivassero dalle punture fatte poco prima da quei ditteri.
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