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      Nel Peristylus viridis il disco adesivo è racchiuso da una membrana borsiforme; ma questa è così piccola che sfuggì all’attenzione dei botanici. Quando esaminai questa specie, ignoravo ancora l’importanza d’una esatta determinazione del tempo impiegato dalla sostanza vischiosa ad indurirsi; ma io prendo dalle mie annotazioni di allora l’osservazione: «il disco resta vischioso per un certo tempo, dopo che è preso fuori dalla sua piccola borsa».
      Ora apparisce chiaro il significato di questi fatti. La sostanza vischiosa dei dischi di queste cinque specie essendo tanto attaccaticcia, che vale a fissare bastantemente le masse polliniche sugli insetti che visitano il fiore, senza neppure indurirsi, non sarà di alcuna utilità che gl’insetti siano trattenuti alquanto lungamente, per assorbire il nettare, dalla necessità di forare ripetutamente la membrana interna del nettario, per cui in queste cinque specie, e in esse soltanto, troviamo un abbondante deposito di nettare raccolto nel nettario e pronto ad essere assorbito. D’altro canto sarebbe evidentemente di estrema utilità alla pianta che gl’insetti fossero trattenuti alquanto per raggiungere il nettare, se la sostanza vischiosa fosse tale da indurirsi prontamente per una breve esposizione all’aria; e in queste specie il nettare è conservato negli spazii intercellulari, in modo da non potersi raggiungere se non col mezzo di ripetute perforazioni in più punti dell’interna membrana; e queste perforazioni richiedono tempo.
      Se questo doppio rapporto è accidentale, è questo un accidente assai fortunato per le piante; ma io non posso credere che lo sia, e sembrami invece essere uno dei casi più meravigliosi di adattamento, di cui si abbia notizia.


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I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti
di Charles Darwin
Utet
1883 pagine 318

   





Peristylus