I due dischi adesivi distano assai fra loro. Esistono due faccie stigmatiche trasversali, le quali si congiungono nel mezzo coi loro apici; ma ciascuna di esse sta colla sua parte allargata esattamente sotto uno dei dischi. Il labello è degno di nota perchè non differisce molto per la sua forma dai due petali superiori, e perchè non si trova sempre nella stessa posizione relativamente all’asse della pianta, ciò che è la conseguenza d’una torsione più o meno grande dell’ovario. Questa particolarità del labello è spiegabile, poichè noi vedremo che esso non serve di stazione agli insetti. Esso è rivolto in alto e in unione ai due altri petali rende tutto il fiore fino ad un certo punto tubuloso. Sulla sua base vi è una fossa, la quale è così profonda da meritarsi quasi il nome di nettario; io per vero non vi potei scoprire alcuna traccia di nettare, che io credo essere racchiuso negli spazi intercellulari. I fiori sono piccolissimi e non appariscenti, ma emettono un forte odore come di miele. A quanto sembra essi allettano in alto grado gli insetti; poichè in una spica di soli sette fiori aperti di fresco, quattro avevano perduto ambedue le masse polliniche e un altro ne aveva perduta una.
Quando venne alla luce la prima edizione di questo libro, io non sapeva come avvenisse la fecondazione dei fiori; ma mio figlio Giorgio ha scoperto l’intiero processo, il quale è estremamente singolare e diverso da quello di tutte le altre orchidee da me conosciute. Egli vide penetrare dentro i fiori diversi minutissimi insetti e ne portò a casa non meno di ventisette esemplari, ognuno dei quali portava ordinariamente una massa pollinica, talvolta anche due.
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Giorgio
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