Se in seguito avesse a risultare che queste due forme passano indipendentemente da ogni ibridazione l’una nell’altra, ciò non sarebbe altro che un caso meraviglioso di variazione, di cui io per mia parte ne avrei altrettanto piacere che meraviglia, poichè queste due forme sono più diverse fra loro, di quello che lo siano la maggior parte delle specie appartenenti a questo genere.
I dischi adesivi dell’Habenaria bifolia sono circolari e collocati uno contro l’altro. Essi stanno molto più vicini fra loro che nella specie precedente e anzi tanto vicini, che nella gemma, quando le loro superfici sono ancora cellulari, quasi si toccano. Essi sono collocati un po’ più sotto all’ingresso del nettario. La sostanza vischiosa è di natura chimica alquanto diversa, poichè diventa assai più attaccaticcia se viene bagnata dopo un prolungato disseccamento oppure dopo che fu conservata nello spirito di vino poco concentrato. Si può appena parlare della esistenza di uno stilo foggiato a tamburo, poichè è sostituito da una costa longitudinale troncata all’estremità là dove s’inserisce il picciuolo e così pure non esiste più di una traccia ancora della coda rudimentale di quest’ultimo. La fig. 12 rappresenta i dischi adesivi delle due specie visti verticalmente dall’alto e allo stesso grado d’ingrandimento. Le masse polliniche allontanate dalle loro logge eseguiscono a un dipresso gli stessi movimenti, come nella specie antecedente. Si può osservare molto bene questi movimenti in ambedue le forme levando una massa pollinica con una pinzetta applicata all’estremità ingrossata, e tenendola così sotto il microscopio; si vede allora il piano del disco adesivo muoversi percorrendo un arco di almeno quarantacinque gradi.
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Habenaria Habenaria
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