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      Questa avviene col mezzo «d’un leggero movimento elaterico, il quale è sufficiente nell’epoca della completa antesi del fiore a scuotere le masse polliniche dalle logge dell’antera ampiamente aperte e a farle cadere sullo stigma. Questo caso non è tanto raro in natura, poichè ho osservato molti fiori fecondati a questo modo». Egli non dubita però che i fiori possano essere visitati e fecondati per incrociamento da insetti notturni. Ed aggiunge, che la rara fecondazione della D. grandiflora col mezzo degli insetti è un fatto analogo a quello della Ophrys muscifera, mentre la D. macrantha, che spesso si feconda da sè, corrisponde da vicino alla Ophrys apifera; sembra tuttavia che questa ultima specie si fecondi sempre e senza eccezione da sè.
      Infine il sig. Weale47 ha descritto, per quanto lo potè interpretare, il processo di fecondazione di una Disperis mediante l’intervento degli insetti. È degno di nota il fatto, che il labello e due petali laterali di questa pianta secernono nettare.
      E qui abbiamo finito colle Ophrydeæ. Prima però di passare al gruppo seguente, mi piace ricordare i fatti più importanti relativi ai movimenti delle masse polliniche, i quali tutti dipendono dalla contrazione esattamente regolata della piccola porzione membranosa (congiunta al tamburo nella Habenaria), che giace fra lo strato vischioso e l’estremità del picciuolo. In alcuni pochi casi però i picciuoli non eseguiscono alcun movimento dopo il loro allontanamento dalle logge, poichè il peso delle masse polliniche è sufficiente ad abbassarle fino al livello opportuno, come in alcune specie di Disa e Bonatea.


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I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti
di Charles Darwin
Utet
1883 pagine 318

   





Ophrys Ophrys Disperis Ophrydeæ Habenaria Disa Bonatea