Nella giovine gemma il rostello è formata d’una massa friabile di cellule a superficie esterna aspra; queste cellule superficiali subiscono però durante il loro sviluppo profonde modificazioni, poichè si trasformano in una membrana molle, liscia e assai elastica o in un tessuto così straordinariamente molle che può essere attraversato da un capello umano. Se esso viene in tal modo perforato oppure strofinato leggermente, la sua superficie diventa lattea e debolmente vischiosa, di modo che i granelli pollinici vi restano attaccati. Talvolta sembra diventare lattiginosa e vischiosa anche la superficie del rostello senza essere toccata, come più chiaramente fu da me osservato nella Ep. latifolia. Questa membrana esterna molle ed elastica forma una cappa per il rostello ed è rivestita internamente da uno strato di natura assai più vischiosa, il quale esposto all’aria s’indurisce nell’intervallo di cinque a dieci minuti. Se essa viene leggermente strofinata dal basso all’alto e viceversa da un corpo, l’intiera cappa assieme al suo rivestimento vischioso viene assai facilmente allontanata, di modo che rimane addietro sul vertice dello stigma solo un piccolo rudimento quadrangolare, la base del rostello.
Entro la gemma l’antera affatto libera si estende dietro il rostello e lo stigma; si apre nel senso della sua lunghezza prima che i fiori sieno completamente sbocciati e mette in libertà le due masse polliniche ovali che se ne stanno d’allora in poi affatto libere nelle loro logge. Il polline consta di granelli sferici saldati a quattro a quattro, senza che però la loro forma sia dal contatto modificata; e questi granelli composti sono tenuti assieme da filamenti sottili ed elastici.
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