Per cui se si porta a casa in mano un mazzo di fiori, avverrà quasi con certezza che alcuni sepali o petali tocchino il rostello e ne estraggano le masse polliniche, ciò che produce l’erronea apparenza che esse vengano lanciate a distanza.
Dopo che le logge dell’antera si sono aperte e hanno abbandonato le masse polliniche nude sul dorso concavo del rostello, si curva quest’organo un poco all’innanzi e forse anche l’antera si muove alquanto all’indietro. Questo movimento è di grande importanza; poichè, se non avvenisse, l’apice dell’antera, entro cui giacciono le masse polliniche, sarebbe bagnato dalla sostanza vischiosa esplosa e in tal caso le masse polliniche verrebbero rinchiuse per sempre e sarebbero rese inutili. Una volta ho potuto osservare un fiore che era stato leso per pressione ed in cui era avvenuta l’esplosione prima del suo completo sbocciamento; l’antera era in questo caso attaccata in modo duraturo insieme alle masse polliniche alla cresta del rostello. Il rostello che è curvato un poco a volta sopra lo stigma, si piega rapidamente all’innanzi ed al basso nel momento dell’urto, in modo da disporsi ad angolo retto di fronte alla superficie dello stigma. Le masse polliniche, se non vengono allontanate dall’oggetto che è causa dell’esplosione, si fissano al rostello e dal movimento di questo vengono anche esse portate avanti. Se allora si liberano dalle logge dell’antera le loro estremità inferiori col mezzo di un ago, scattano all’in su; ma col mezzo di questo movimento non vengono portate sullo stigma.
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