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      Riassumerò qui brevemente i diversi e speciali adattamenti alla fecondazione di questa pianta. Le logge dell’antera si aprono assai per tempo e mettono in libertà le masse polliniche che sono difese dal vertice della colonnella e le di cui estremità s’appoggiano sulla cresta concava del rostello. Poscia il rostello si curva lentamente sopra la faccia dello stigma, in modo che la cresta esplodente viene a collocarsi ad una certa distanza dal vertice dell’antera; ciò è necessario, poichè altrimenti il vertice di essa sarebbe raggiunto dalla sostanza viscosa e il polline vi resterebbe sempre racchiuso. La curvatura del rostello al di sopra dello stigma e della base del labello si presta assai bene a favorire l’urto dell’insetto contro la cresta, allorchè esso solleva il capo dopo d’essere scivolato su per il labello e d’aver succhiato l’ultima goccia di nettare. Il labello diventa più sottile, come ha osservato C. K. Sprengel, là dove si congiunge colla colonnetta sotto il rostello, per cui è escluso il pericolo che un insetto possa procedere troppo sull’uno o sull’altro lato. La cresta del rostello è così estremamente sensibile che basta il più leggero urto del più minuto insetto per farla scoppiare in due punti, dai quali escono bentosto due goccie di sostanza vischiosa che poi si uniscono in una sola. Questa sostanza viscosa s’indurisce con rapidità tanto grande che di rado può mancare di fissare le estremità delle masse polliniche, appoggiate esattamente alla cresta del rostello, alla fronte dell’insetto da cui è eseguito l’urto.


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I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti
di Charles Darwin
Utet
1883 pagine 318

   





Sprengel