Quale possa essere l’utilità di questa estrema flessibilità e mobilità del labello non posso comprendere, quando non servisse ad eccitare l’attenzione degli insetti, poichè fiori di questa specie hanno colori tetri, sono piccoli e non appariscenti, all’opposto di quanto avviene in molte altre orchidee, in cui sono grandi, vivacemente colorati, appariscenti ed odorosi. Si ritiene che i labelli di alcune specie sieno irritabili; ma io non ho potuto nelle specie da me esaminate scoprire alcuna traccia di questa proprietà. Secondo Lindley, il labello della specie affine Megaclinium falcatum fa delle ondulazioni spontanee dal basso all’alto e viceversa.
L’ultimo genere delle Malaxeæ, di cui farò menzione, è il Dendrobium, del quale almeno una specie, vale a dire il D. chrysanthum, è interessante per ciò che sembra avere una struttura adatta alla fecondazione propria, quando un insetto, visitando i fiori, non avesse a trasportare le masse polliniche. Il rostello ha una faccia superiore ed una inferiore piccola formate da membrane; fra queste trovasi una densa massa di sostanza bianca lattiginosa, che può essere facilmente spinta fuori per compressione. Questa sostanza bianca è meno viscosa di quello che lo sia d’ordinario; ma se viene esposta all’aria si forma alla sua superficie in meno di mezzo minuto una pellicola e si dissecca trasformandosi in una massa cerosa o caseosa. La faccia dello stigma che è grande e concava giace sotto il rostello. Il labbro anteriore allungato dell’antera (v. A, fig.
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Lindley Megaclinium Malaxeæ Dendrobium Malaxeæ
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