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      D’altro canto esistono sempre nelle Epidendree picciuoli liberi o non aderenti. Per il mio scopo queste due grandi tribù avrebbero potuto essere prese assieme, dacchè la differenza derivante dalla presenza di picciuoli non è sempre accettabile. Ma s’incontrano spesso cotali difficoltà nella classificazione di gruppi sviluppati in modo significante o così detti naturali, entro i quali per estinzione si sieno formate relativamente poche lacune.
      Comincerò col genere Cattleya, di cui ho esaminato parecchie specie. Esse vengono fecondate in un modo assai semplice, diverso da qualunque altro osservato nelle orchidee inglesi. Il rostello (r, fig. 22, A, B) è una sporgenza larga liguliforme, la quale si curva facilmente sopra lo stigma; la sua faccia superiore è formata da una membrana liscia; la inferiore assieme alla porzione centrale (originariamente una massa di cellule) consta di un grosso strato di sostanza vischiosa. Questa massa vischiosa è appena diversa dalla sostanza vischiosa che riveste la faccia stimmatica, che giace immediatamente sotto il rostello. Il labbro superiore sporgente dell’antera s’appoggia sulla porzione basilare della faccia superiore membranosa del rostello liguliforme e si apre immediatamente sopra di essa. L’antera è tenuta chiusa da una molla nel punto della sua inserzione al vertice della colonnetta. Le masse polliniche constano di quattro (od otto nella Cattleya crispa) masse cerose, provvedute tutte di una coda nastriforme (v. C e D, fig. 22), formata da un fascio di filamenti fortemente elastici, a cui sono attaccati qua e là numerosi granelli pollinici.


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I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti
di Charles Darwin
Utet
1883 pagine 318

   





Epidendree Cattleya Cattleya