In conseguenza di ciò, gli apici prominenti dei picciuoli si fissano istantaneamente all’oggetto che si ritira e le masse polliniche vengono estratte. Nei miei esperimenti varie volte ripetuti avvenne di rado che ciò non si verificasse. Allorchè un pecchione vivente, o un altro grande insetto, si arresta sul margine frangiato del labello e s’introduce nel fiore, esso deprimerà il labello e probabilmente non turberà il rostello prima d’aver succhiato il nettare e d’incominciare la sua ritirata. Se un pecchione morto, dal cui dorso pendono le quattro masse polliniche, attaccate coi loro picciuoli, viene introdotto entro un altro fiore, avverrà certamente che alcuna di esse, o tutte, saranno trattenute dalla faccia stimmatica larga, inclinata e in alto grado viscosa, la quale pure strapperà i granelli pollinici dai filamenti dei picciuoli.
Che i pecchioni viventi possano in tal guisa allontanare le masse polliniche è cosa certa. Sir W.C. Trevelyan spedì al signor Smith del Museo britannico un Bombus hortorum, il quale mi fu trasmesso; esso fu preso nella di lui serra, dove una Cattleya era in fiore; tutto il suo dorso fra le ali era cosperso di sostanza viscosa disseccata, e ad essa erano attaccate le quattro masse polliniche coi loro picciuoli, pronte ad essere sempre trattenute dallo stigma di un altro fiore, se il pecchione fosse in esso penetrato.
Quelle specie di Lælia, Leptotes, Sophronitis, Barkeria, Phaius, Evelyna, Bletia, Chysis e Cælogyne, che io ho esaminato, somigliano a quelle di Cattleya in ciò che i picciuoli delle masse polliniche sono liberi e che la sostanza vischiosa del rostello non può venir in contatto con esse senza un aiuto meccanico, come pure nel processo generale della fecondazione.
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