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      Pensai che il fiore in causa della lunghezza del nettario dovesse essere visitato dalle grandi farfalle notturne, la di cui proboscide è ingrossata alla base; e che per raggiungere le ultime goccie di nettare anche le maggiori farfalle fossero costrette a spingere giù la loro proboscide quanto più è possibile. Ora, sia che la farfalla introduca dapprima la sua proboscide nell’ingresso aperto del nettario, ciò che sembra essere più probabile giudicando dalla forma dei fiori, oppure la introduca nel rostello per la fessura, la farfalla sarà in ogni caso obbligata alla fine, per succhiare il nettare, a spingere la sua proboscide attraverso la fessura, essendo questa la via più breve; e così in seguito ad una leggera pressione l’intiero labello fogliaceo verrà abbassato. La distanza del lato esterno del fiore dal fondo del nettario può in tal modo essere diminuita di un quarto di pollice. Presi per ciò un bastoncino cilindrico del diametro d’un decimo di pollice e lo introdussi nel rostello attraverso la fessura. I margini di questa si allontanarono facilmente e vennero depressi contemporaneamente al rostello. Allorchò ritirai lentamente il cilindro, il rostello si sollevò per la sua elasticità e i margini della fessura furono trascinati all’in su, in modo da circondare il cilindro. In tal maniera le striscie membranose e viscose esistenti sulla faccia inferiore del rostello vennero in contatto col cilindro, e vi si attaccarono, e le masse polliniche vennero estratte. Operando così riuscii ogni volta ad allontanare i pollinii; non credo potersi dubitare che una grande farfalla agisca in questo modo, vale a dire introducendo la sua proboscide fino alla base per la fessura del rostello, allo scopo di raggiungere il fondo del nettario; e in tal caso i pollinii aderendo alla base della sua proboscide vengono certamente levati via.


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I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti
di Charles Darwin
Utet
1883 pagine 318