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      Questi fatti mi inducono a ritenere, che un insetto, il quale abbia la sua estremità addominale prolungata in una punta acuta, si arresti sopra un fiore e vi faccia delle rivoluzioni per rodere la porzione distale del labello. Se fa ciò, esso allontana i pollinii aderendo la loro cappa viscosa all’estremità del di lui addome. Poscia l’insetto visita un altro fiore e nell’intervallo per il movimento di depressione si otterrà che il peduncolo si estenda orizzontalmente sul dorso dell’insetto, prendendo la stessa posizione di prima, introdurrà probabilmente l’estremità del suo addome entro la cavità dello stigma, per cui sarà levata via la cappa viscosa del margine anteriore e le masse polliniche verranno abbandonate immediatamente presso lo stesso, come negli sperimenti precedenti. L’intiero processo sarà probabilmente favorito dal movimento oscillatorio del labello, mentre è roso dagli insetti. Questa spiegazione è molto improbabile; è tuttavia l’unica, a mio modo di vedere, che possa spiegare la fecondazione del fiore.
      I generi affini Gongora, Acineta e Stanhopea presentano all’incirca la stessa difficoltà a cagione della ristrettezza dell’ingresso della cavità stimmatica. Il signor Scott ha ripetutamente tentato, ma invano, d’introdurre le masse polliniche nello stigma di Gongora atropurpurea e truncata; ma le fecondò facilmente asportando il clinandro e deponendo le masse polliniche sullo stigma così messo a nudo; la stessa cosa fece anche per l’Acropera. Il Dr Crüger80 dice, che la Gongora maculata «in Trinidad porta spesso frutti.


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I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti
di Charles Darwin
Utet
1883 pagine 318

   





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