Essa viene visitata, per quanto potei osservare, solo di giorno da una magnifica ape, probabilmente una Euglossa, la quale ha una lingua lunga quasi due volte il proprio corpo. La lingua esce fuori dietro l’addome ed è qui ripiegata in alto. Poichè queste api visitano i fiori solo per mordere e rosicchiare il lato esterno del labello; ne segue che la lingua distendendosi viene ad urtare ad ogni movimento all’indietro dell’insetto la glandola (cioè il disco adesivo), oppure viene ad essa vicina. Per cui difficilmente sfuggirà di venir caricata presto o tardi delle masse polliniche, le quali poscia vengono facilmente intromesse nella fessura dello stigma. Questo fatto io non l’ho però ancora osservato». Mi stupisce che il Dr Crüger dica, «le masse polliniche vengono facilmente intromesse», e io suppongo che egli abbia esperimentato su esemplari disseccati ed avvizziti. La proboscide ripiegata e straordinariamente lunga, che si protende oltre l’addome, potrebbe servire così bene allo scopo come un’estremità assottigliata e acuminata dell’addome, la quale io credo essere nel genere Acropera l’istrumento per l’allontanamento delle masse polliniche; suppongo però che nel genere Gongora non sia il disco adesivo che viene introdotto nella cavità dello stigma, ma le larghe e libere estremità delle masse polliniche. Ho trovato che anche nel genere Gongora, come nell’Acropera, è quasi impossibile introdurre le masse polliniche nello stigma; ma alcune di esse allontanate dall’antera ed esposte al sole per quasi cinque ore divennero assai avvizzite e formarono sottili fogliolini, e questi poterono essere introdotti senza gravi difficoltà nella fessura dello stigma.
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