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      Il peduncolo del pollinio passa, come fu già detto, fra le due basi delle antenne. Le antenne non sono libere in tutta la loro lunghezza, ma i loro bordi esterni sono congiunti per un tratto considerevole coi margini della cavità stimmatica e saldati con essi.
      In tutti i fiori da me esaminati e appartenenti a tre piante, le antenne, sempre identiche nella loro struttura, occupavano la stessa relativa posizione. La porzione estrema dell’antenna sinistra si ripiega in alto (vedi B, fig. 28, dove si può meglio vedere la posizione che in A) e un poco all’indentro, cosicchè la sua punta viene a collocarsi nella linea mediana e vigila l’ingresso della cavità del labello. L’antenna destra pende in basso e la sua punta è un poco ripiegata all’esterno; come vedremo fra breve, essa è, per così dire, paralizzata e quindi priva di funzione.
      Passiamo ora a vedere la funzione delle parti. Se si tocca l’antenna di sinistra di questa specie (oppure una delle due antenne nelle tre specie seguenti), i margini della membrana superiore del disco, i quali sono in nesso di continuità colla superficie circostante, si lacerano tosto e il disco diventa libero. Il peduncolo, che è assai elastico, lancia subito dopo il pesante disco fuori della cavità stimmatica con tal forza, che l’intiero pollinio lo segue portando seco le due masse di polline e strappa l’antera dal vertice della colonnetta, a cui è debolmente inserita. Il pollinio viene sempre lanciato pel primo assieme al suo disco adesivo. Io ho imitato questo atto facendo uso di una listerella minutissima di osso di balena, la quale ad una sua estremità portava un piccolo peso che imitava il disco; ravvolsi questa listerella per metà intorno ad un cilindro e fermai debolmente la sua estremità superiore al capo piatto di uno spillo, per rappresentare l’azione dell’antera.


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I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti
di Charles Darwin
Utet
1883 pagine 318