I fiori di C. callosum, che erano completamente inerti, furono immersi durante un’ora nell’acqua tiepida, e in seguito a ciò le antenne divennero sensibili in alto grado; questo fatto indica o che il tessuto cellulare delle antenne deve diventare turgido per essere in istato di percepire e di propagare le azioni di un contatto, oppure, ciò che è ancora più probabile, che il calore aumenta la loro sensitività. Due altri fiori, che io immersi nell’acqua calda, non tanto calda però da scottarmi le dita, espulsero spontaneamente i loro pollinii. Una pianta di C. tridentatum fu conservata alcuni giorni in un locale piuttosto freddo e in conseguenza di ciò trovavansi le antenne in uno stato di inerzia; un fiore ne fu levato e collocato nell’acqua che aveva la temperatura di 100° F. (37.7° C.); non ne seguì immediatamente alcuna azione; ma avendolo io esaminato dopo un’ora e mezza, trovai che il pollinio era stato espulso. Un altro fiore fu messo nell’acqua riscaldata a 90° F. (32.2° C.), e dopo 25 minuti il pollinio era stato espulso; due altri fiori, immersi per 20 minuti nell’acqua riscaldata a 87° F. (30.5° C.), non esplosero, quantunque più tardi si fossero mostrati sensibili ad un contatto. Finalmente furono messi in un bagno d’acqua a 83° F. (28.3° C.) quattro fiori: due di essi non espulsero i loro pollinii nel periodo di 45 minuti e si mostrarono sensitivi più tardi, mentre gli altri due, dopo 1 ora e 15 minuti, avevano espulso spontaneamente i proprii pollinii. Questi esperimenti dimostrano che l’immersione nell’acqua riscaldata ad una temperatura un poco superiore a quella cui la pianta era stata esposta produsse lo scoppio della membrana da cui i dischi sono tenuti fissi.
| |
|