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      Fu fatto cadere un debole getto d’acqua quasi bollente col mezzo di un sottile tubo sulle antenne di alcuni fiori delle piante sopra nominate; esse si rammollirono e perirono, ma i pollinii non furono espulsi. Neppure l’acido solforico, fatto cadere in goccie sugli apici delle antenne, valse a provocare alcuna azione, sebbene le loro parti superiori non toccate dall’acido solforico si siano mostrate sensibili ad un posteriore contatto. In questi ultimi casi, credo che l’azione sia stata tanto subitanea e violenta, che il tessuto rimase istantaneamente ucciso. Dai fatti sopra esposti possiamo conchiudere, che debba essere una qualche modificazione molecolare la quale, propagandosi lungo le antenne, cagiona lo scoppio della membrana che cinge circolarmente i dischi. Nel C. tridentatum, le antenne raggiungevano la lunghezza di un pollice e un decimo, ed un leggero contatto eseguito con una setola sulla loro punta estrema si propagò, per quanto potei osservare, istantaneamente per tutta la loro lunghezza. Ho misurato parecchie cellule costituenti le antenne di questa specie, e dietro un calcolo approssimativo, questa impressione deve essersi propagata per non meno di settanta od ottanta cellule.
      Noi possiamo conchiudere con sicurezza almeno questo, che le antenne, le quali sono caratteristiche pel genere Catasetum, hanno la speciale destinazione di ricevere le impressioni e di trasmetterle al disco del pollinio. Questa è la causa che fa scoppiare la membrana e il pollinio viene allora espulso in causa della elasticità del suo peduncolo.


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I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti
di Charles Darwin
Utet
1883 pagine 318

   





Catasetum