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      Per conseguenza premei sul rostello con oggetti di diversa forma, ma il disco adesivo non si attaccò mai all’oggetto in modo conveniente. Avendo io fatto uso di un grosso ago, avvenne che il pollinio formasse un laccio attorno ad esso esponendo all’esterno la faccia viscosa; avendo usato un oggetto largo e piatto, il pollinio si attorcigliò intorno ad esso e si ravvolse talvolta a spirale; ma il disco o non aderiva punto o in modo imperfetto. Alla fine del decimosecondo esperimento disperava di un risultato. La strana posizione del labello, collocato sopra il vertice della colonnetta, mi avrebbe dovuto indicare che qui stava il punto da sottoporre all’esperimento. Io avrei dovuto rigettare l’idea che il labello avesse una tal posizione senza uno scopo speciale. Questo indizio evidente fu da me trascurato e perciò per un certo tempo non riuscii a comprendere affatto la struttura del fiore.
      Noi abbiamo veduto che quando il pollinio è espulso e lanciato in alto, esso aderisce colla faccia viscosa del disco ad un oggetto il quale sporga oltre il margine del labello direttamente sopra la colonnetta. Fissato in tal guisa, esso forma un laccio irregolare e la loggia dell’antera strappata copre ancora le masse polliniche, le quali stanno intimamente unite al disco; ma prima di aderire ad esso sono protette dall’appendice discendente. Mentre esse si trovano in tal positura, la porzione sporgente e curva del peduncolo potrebbe eventualmente impedire che le masse polliniche venissero a contatto dello stigma, ammesso pure che la loggia dell’antera fosse caduta.


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I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti
di Charles Darwin
Utet
1883 pagine 318