Esistono due antere fertili, le quali fanno parte di un ciclo interno rappresentato da diversi rudimenti nelle comuni orchidee. I granelli pollinici non sono riuniti in gruppi di tre o quattro, come si osserva in tanti generi, e non sono neppure tenuti assieme da filamenti elastici, non possedono un picciuolo, nè sono aggruppati in masse cerose. Il labello raggiunge una grandezza notevole ed è, come in tutte le altre orchidee, un organo composto.
Le osservazioni che seguono furono fatte sulle sei specie da me studiate, cioè: C. barbatum, purpuratum, insigne, venustum, pubescens e acaule; però ho esaminato occasionalmente anche altre specie. La porzione basilare del labello è ripiegata intorno alla breve colonnetta in modo che i suoi margini s’incontrano quasi lungo la faccia dorsale, e la sua estremità allargata forma una piega particolare che assomiglia ad una specie di scarpa, la quale racchiude l’estremità del fiore. Da ciò ha origine il suo nome volgare di «scarpa di dama». I margini accartocciati del labello sono pieghettati o talvolta soltanto lisci e glabri internamente; questa circostanza è molto importante, poichè impedisce che gl’insetti, i quali una volta siano arrivati nel labello, possano sfuggire attraverso la grande apertura della faccia superiore. Nella sua posizione naturale del fiore, come è qui disegnato, la faccia dorsale della colonnetta è la più alta. La faccia stimmatica sporge solo lievemente e non è viscosa; essa è a un dipresso parallela alla faccia inferiore del labello.
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