Il naturalista, guidato da ciò, vede che le parti omologhe od organi, per quanto abbiano potuto diventare dissimili, sono tuttavia modificazioni d’uno stesso organo primitivo; seguendo la serie dei passaggi attualmente esistenti conquista una chiave per seguire, per quanto è possibile, il probabile processo di modificazione verificatosi negli esseri per una lunga serie di generazioni. Sia che esso segua lo sviluppo embrionale o ricerchi i più minuti rudimenti o esamini i passaggi fra i diversi esseri, di ciò può essere sempre certo, che esso segue lo stesso oggetto, solo per vie diverse, e che tende alla conoscenza più vicina del vero e reale progenitore del gruppo, come crebbe e visse altra volta. Per ciò la dottrina delle omologie guadagna notevolmente d’interesse.
Sebbene questo soggetto, da qualsiasi punto di vista considerato, sia del massimo interesse pel Naturalista, egli è tuttavia assai dubbioso se i seguenti dettagli sulle omologie dei fiori delle orchidee offriranno al maggior numero dei lettori un qualsiasi interesse. Ad ogni modo, se gl’importa di vedere quanta luce arrechi ad un soggetto la conoscenza delle omologie, sebbene assai lontana dall’essere completa, potrà forse questo esempio essere migliore di qualunque altro. Egli vedrà, in qual modo mirabile un fiore possa essere modificato in molte singole parti, — come possa divenire perfetta la coesione di parti originariamente diverse, — come agli organi possano essere assegnate funzioni assai diverse dalla propria tipica destinazione, — come altri organi possano essere affatto soppressi o lasciare solo inutili traccie della loro primitiva esistenza.
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Naturalista
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