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      Essi si trovano non solo in questa posizione, ma la colonnetta ha in alcuni casi, come nel genere Cephalanthera, su ciascun lato una costa sporgente che da essi decorre alla base o alla costa mediana dei due petali superiori, vale a dire, nella vera posizione dei filamenti di questi due stami. Non si può inoltre dubitare, che le due membrane del clinandrio nel genere Malaxis siano formate da queste due antere in uno stato rudimentale e modificato. Ora si può per una serie completa di gradazioni passare dal clinandrio perfetto di Malaxis attraverso quelli di Spiranthes, Goodyera, Epipactis latifolia ed E. palustris (v. fig. 16 e fig. 15) fino ai processi auricolari minuti e leggermente appiattiti del genere Orchis. Io vengo perciò alla conclusione, che questi processi auricolari sono doppiamente rudimentali; vale a dire essi sono rudimenti dei lati membranosi del clinandrio, mentre queste membrane stesse sono rudimenti delle antere già più volte nominate. La mancanza dei vasi spirali, che vadano a questi processi auricolari, non è bastante ad atterrare l’opinione qui propugnata sul significato tanto contrastato di questi organi; che tali vasi possano completamente sparire, ne abbiamo la prova nella Cephalanthera grandiflora, in cui il rostello e i suoi vasi sono affatto abortiti.
      In fine, per quanto riguarda i sei stami, che dovrebbero essere rappresentati in ogni orchidea, i tre del ciclo esterno esistono sempre, il superiore è l’antera fertile (fa eccezione il genere Cypripedium) e i due inferiori sono senza eccezione petaloidei e formano una parte del labello.


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I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti
di Charles Darwin
Utet
1883 pagine 318

   





Cephalanthera Malaxis Malaxis Spiranthes Goodyera Epipactis Orchis Cephalanthera Cypripedium