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      Ma poichè il picciuolo ha una parte importante nella fecondazione del fiore, così potrebbe essere che esso si sia sviluppato da uno che si trovava in via di formazione, come esiste tuttora nell’Epipactis, fino a raggiungere una lunghezza conveniente per la conservazione ripetuta delle varietà che presentavano una lunghezza maggiore, ciascuna delle quali sia stata utile al fiore in corrispondenza delle altre variazioni di struttura e senza che sia avvenuto un aborto dei granelli pollinici inferiori. Ma noi possiamo essere convinti dai fatti sopra riferiti, che questo non sia stato l’unico mezzo, ma che, al contrario, il picciuolo debba gran parte della sua lunghezza ad una tale scomparsa. Che esso in alcuni casi abbia più tardi aumentato considerevolmente in lunghezza per l’azione della elezione naturale, è assai verosimile; poichè nella Bonatea speciosa il picciuolo supera realmente più di tre volte in lunghezza le lunghe masse polliniche, ed è assai inverosimile che abbia mai esistito una massa tanto allungata di granelli pollinici, riuniti fra loro debolmente da filamenti elastici, poichè un insetto non avrebbe potuto con sicurezza trasportare una massa di questa forma e grandezza sullo stigma di un altro fiore e rendervela efficace.
      Noi abbiamo fin qui studiato i passaggi graduali nel modo di essere di uno stesso organo. Per chi avesse cognizioni più estese di me, sarebbe un tema assai interessante quello di seguire i passaggi fra le diverse specie e i diversi gruppi di specie in questo grande e compatto ordine.


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I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti
di Charles Darwin
Utet
1883 pagine 318

   





Epipactis Bonatea