Inoltre io non ho fatto molte osservazioni comparate sulla rapidità della solidificazione della sostanza vischiosa del disco nelle forme esotiche. Tuttavia sembra che parecchie Vandee si trovino nello stesso caso delle nostre specie inglesi di Orchis; così la Calanthe masuca ha un lunghissimo nettario, il quale in tutti gli esemplari da me esaminati fu trovato all’interno sempre completamente asciutto ed era abitato da certe specie di Coccus; ma negli spazi intercellulari fra le due membrane esisteva buona copia di umore, e in questa specie la sostanza viscosa del disco perdeva la sua viscosità completamente due minuti dopo la lesione della superficie. In un Oncidium il disco si è disseccato un minuto e mezzo dopo avvenuta la lesione, in un Odontoglossum in due minuti, e in nessuna di queste Orchidee fu trovato neppure traccia di nettare libero. D’altro canto nell’Angræcum sesquipedale, il quale aveva accumulato nettare libero nel fondo del nettario, il disco del pollinio fu trovato fortemente viscoso quarantott’ore dopo che era stato allontanato dalla pianta e leso alla superficie.
Il Sarcanthus teretifolius presenta un caso ancora più mirabile. In meno di tre minuti il disco perdette completamente la sua viscosità e divenne solido. Si avrebbe quindi dovuto aspettarsi di non trovare alcun liquido nel nettario, ma solo negli spazi intercellulari; e tuttavia il liquido fu trovato in ambedue i punti, così che qui troviamo l’uno stato e l’altro in un unico e medesimo fiore. È probabile che gli insetti talvolta s’impadroniscano rapidamente del nettare libero e trascurino quello raccolto fra le due membrane; ma anche in questo caso io suppongo, che essi possano essere trattenuti tanto che la sostanza viscosa abbia il tempo di solidificarsi in causa di un modo affatto diverso di assorbimento del nettare libero.
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