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      E che cosa è che attira gli insetti in questi fiori? Che gli insetti vengono attirati è certo, specialmente nel caso del Catasetum, in cui i sessi sono distribuiti su diverse piante. In molti generi delle Vandee non esiste neppure la traccia di un qualsiasi organo secernente nettare, o di un serbatojo del nettare, ma in tutti questi casi (per quanto mi fu dato osservare) il labello è grosso e carnoso, oppure è provveduto di escrescenze particolari, come nei generi Oncidium e Odontoglossum. Nella Phalænopsis grandiflora trovasi una particolare prominenza simile ad un’incudine sul labello, dalla estremità della quale si dipartono due prolungamenti cirriformi, i quali si ripiegano all’indietro e servono, a quanto pare, a proteggere i lati dell’incudine, così che gli insetti sono costretti ad arrestarsi sul suo vertice. Anche nella nostra Cephalanthera grandiflora dell’Inghilterra, il di cui labello non contiene mai nettare, si trovano delle linee salienti di colore aranciato e delle papille sulla faccia interna opposta alla colonnetta. Nel genere Calanthe (fig. 26) sul labello sporge un cumulo di piccole escrescenze sferiche, ed esiste un nettario estremamente lungo, il quale non contiene nettare; nella Eulophia viridis il breve nettario non contiene mai nettare e il labello è coperto da coste longitudinali frangiate. In parecchie specie di Ophrys esistono due piccole prominenze splendenti alla base del labello sotto i due dischi. Si potrebbero riferire qui innumerevoli altri casi di particolari e diverse escrescenze esistenti sul labello, delle quali Lindley dice che è completamente ignota la destinazione.


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I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti
di Charles Darwin
Utet
1883 pagine 318

   





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