Considerando la posizione di queste escrescenze, in rapporto ai dischi adesivi e la mancanza di qualsiasi traccia di nettare libero, mi è parso dapprima assai probabile, che esse servissero di nutrimento adescando in tal guisa imenotteri o coleotteri che mangiano fiori. Questa cosa per se stessa, che cioè un fiore possa essere costantemente fecondato da un insetto che vada su di esso per nutrirsi del labello, non è punto più inverosimile di quello che lo sia la dispersione dei semi col mezzo degli uccelli attirati dalla sostanza zuccherina entro cui i semi stessi sono racchiusi. Io mi credo però in dovere di riferire, che il Dr Percy, il quale ha analizzato per me il grande labello solcato di una Varrea col mezzo della fermentazione sul mercurio, ha trovato che esso non dava alcun indizio di contenere una maggior quantità di zucchero degli altri petali. All’opposto, il grosso nettario di Catasetum e le basi dei sepali superiori di Mormodes ignea hanno un sapore leggermente dolciastro nel suo complesso gradito e nutriente. Ciò non ostante fu un’ipotesi ardita quella che gli insetti vengano adescati dai fiori di varie Orchidee per mangiare le escrescenze od altre parti dei loro labelli, e poche cose mi hanno dato una maggiore soddisfazione della conferma completa data a questa mia idea dal Dr Crüger124, il quale nelle Indie Occidentali ha veduto ripetutamente degli imenotteri appartenenti al genere Euglossa rosicchiare il labello dei generi Catasetum, Coryanthes, Gongora e Stanhopea.
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