Dai fatti da me esposti in altro luogo132 possiamo conchiudere, che per la maggior parte delle piante sarebbe assai più vantaggioso di poter produrre alcuni pochi semi col mezzo della fecondazione incrociata, anche a costo di molti fiori che cadono senza essere fecondati, di quello che produrre molti semi mediante l’autofecondazione. La prodigalità in natura non è una cosa insolita, come lo vediamo nel polline delle piante che devono la loro fecondazione all’azione del vento, e nelle quantità di semi e di germi prodotti dalla maggior parte delle piante, mentre solo pochi si sviluppano e diventano maturi. In altri casi il piccolo numero di fiori fecondati potrebbe essere la conseguenza di una diminuzione nel numero degli insetti adatti, in seguito alle continue variazioni a cui il mondo è sottoposto, oppure dell’aumento numerico di altre piante che abbiano facoltà di adescare in grado maggiore gl’insetti in questione. Noi sappiamo che determinate Orchidee hanno bisogno di determinati insetti per il compimento della loro fecondazione, come è il caso negli esempi sopra citati di Vanilla e Sarcochilus. Nel Madagascar l’Angræcum sesquipedale deve dipendere da un qualche lepidottero notturno gigantesco. Nell’Europa il Cypripedium calceolus sembra venir fecondato solo da piccoli imenotteri del genere Andrena, e l’Epipactis latifolia solo da vespe. In quei casi in cui solo pochi fiori vengono fecondali, perchè solo pochi vengono visitati dagli insetti adatti, la pianta può essere profondamente danneggiata e molte centinaia di specie sono per questa ragione condannate all’estinzione; quelle che pure si conservano sono favorite in qualche altra maniera.
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