Quanto a me, sono stato spesso dubbioso se questo o quel dettaglio di struttura potesse essere di qualche vantaggio in molte Orchidee e in altre piante; e nel caso non giovassero a nulla, essi non potrebbero essere stati prodotti dalla naturale conservazione di utili variazioni. Simili dettagli possono essere spiegati solo in generale col mezzo dell’influenza diretta delle condizioni di vita o dell’arcana legge della correlazione di sviluppo.
Se volessi esporre a un dipresso tutti i casi di minimi dettagli di struttura dei fiori delle Orchidee, i quali sono certamente di alta importanza, sarebbe necessario fare una ricapitolazione di quasi l’intiero libro. Richiamerò tuttavia alla mente del lettore alcuni pochi casi. Non intendo parlare qui della struttura fondamentale della pianta, come dei resti dei quindici organi primitivi disposti alternativamente in cinque cicli, poichè quasi ogni osservatore che creda nello sviluppo graduale delle specie, vorrà ammettere, che la loro presenza sia una conseguenza dell’eredità da un’antica forma paterna. Si è fatto conoscere in questo libro un grande numero di fatti relativi alla funzione dei petali e dei sepali che variano di forma e di posizione; così pure ho accennato all’importanza d’una piccola differenza nella forma del picciuolo dei pollinio della Ophrys apifera, paragonato a quello delle altre specie dello stesso genere; e a questo si può aggiungere il picciuolo doppiamente ripiegato della O. muscifera. E in realtà si potrebbe riscontrare in molti intieri gruppi un rapporto importante fra la lunghezza e la forma del picciuolo e la posizione dello stigma.
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