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      - Nel 1857, io scriveva(4) un breve articolo sulla fecondazione del fagiuolo e nel 1862 usciva il mio lavoro sul modo col quale le Orchidee esotiche e indigene (della Gran Bretagna) vengono fecondate dagli insetti. - Mi sembrò che lo studiare un gruppo di piante colla maggior cura possibile fosse divisamento assai migliore che il pubblicare una lunga serie d'osservazioni intralciate e imperfette. - Quest'opera è il complemento del mio libro sulle Orchidee, nel quale io già dimostrai quanto queste monocotiledoni siano mirabilmente formate, per permettere, favorire e render necessaria la fecondazione incrociata. L'attitudine a questo genere di fecondazione è forse più potente nelle Orchidee che in qualche altro gruppo di piante, ma è un errore il dire, come fece taluno, ch'esse costituiscono un caso eccezionale. L'azione (paragonabile a quella d'una leva) degli stami di Salvia (descritta da Hildebrand, dal dott. Ogle e da altri) mediante la quale le antere si trovano abbassate e stropicciate sul dosso delle api, mostra una conformazione così perfetta, come quella che si può osservare in qualche Orchidea. I fiori papilionacei, come li descrissero molti altri, e in particolare M. T. H. Farrer, offrono innumerevoli attitudini curiosissime per la fecondazione incrociata. Il caso del Posoqueria fragrans (Rubiacea) è rimarchevole come quello della più stupenda Orchidea. Gli stami, secondo Fritz Müller(5) sono sensibili in modo, che, quando una farfalla si posa sopra un fiore le antere scoppiano e coprono l'insetto di polline: uno dei filamenti, che è più largo degli altri, si mette allora in movimento e chiude il fiore per circa dodici ore, per ripigliar poscia la sua posizione abituale.


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Gli effetti della fecondazione incrociata
di Charles Darwin
Utet
1878 pagine 584

   





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