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      Nell'introduzione del suo libro (p. 4), a proposito dei sessi che in molti fiori sono separati, e di molti altri fiori che sono dicogami, egli dice: "Ciō mostra che la natura non ha voluto che ciascun fiore venga fecondato dal proprio polline". Del resto, egli non tenne sempre in mente questa conclusione, o almeno egli non le accordō tutta la sua importanza (ciascuno che legga le sue osservazioni se ne meraviglia): cosė pure egli s'inganna sul carattere di qualche organizzazione strana. Ma le sue scoperte son tante e il suo lavoro č cosė eccellente, che non teme queste leggere osservazioni. - Un giudice competentissimo, H. Müller, dice: "Fa meraviglia vedere quante volte lo Sprengel ha chiaramente compreso che il polline č per necessitā trasportato su lo stigma d'altri fiori della medesima specie dagli insetti che li visitano, e nondimeno non abbia pensato che questo trasferimento non dovesse esser utile alle piante stesse".(8)
      Andrea Knight vide pių veramente, quando disse: "Vuole natura che si stabiliscano dei rapporti sessuali fra le piante vicine della medesima specie".(9) Dopo aver accennato, per quanto gli consentiva la scienza imperfetta dell'epoca, ai differenti processi mediante i quali il polline č trasportato da un fiore all'altro, egli aggiunge: "La natura ha avuto in mira qualche cosa di pių che il far servire ciascun maschio a fecondare il proprio fiore". Nel 1811 Kölreuter alludeva chiaramente alla medesima legge, come pių tardi fece un celebre ibridizzatore di piante, l'Herbert.


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Gli effetti della fecondazione incrociata
di Charles Darwin
Utet
1878 pagine 584

   





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