(10) - Ma nessuno di questi distinti osservatori sembrò abbastanza compreso della novità e della generalità di questa legge per insistervi sopra e comunicare altrui la propria opinione. Nel 1862, io riassumeva le mie osservazioni sopra le Orchidee, dicendo che la natura "abborre dalle autofecondazioni continue". - Se io avessi omessa la parola continue, l'aforisma sarebbe stato falso. - Come l'ho detto, io lo credo vero, sebbene espresso forse troppo energicamente, perchè avrei dovuto aggiungervi questa proposizione, chiara per se stessa, che la propagazione della specie, sia per l'autofecondazione, sia per l'incrocio, sia per il processo a-sessuale (gemme, stoloni, ecc.) è lo scopo principale. H. Müller, insistendo spesso su questo ultimo punto, ha reso un grande servigio alla scienza.
Io pensai di sovente che sarebbe opportuno l'esperimentare se le pianticelle derivanti dai fiori incrociati fossero, in qualche modo, superiori a quelle provenienti dai fiori autofecondati. Ma siccome non è noto alcun esempio di degenerazione visibile, dalla prima generazione a quella seguente che deriva da un incrocio il più prossimo possibile (cioè fra fratelli e sorelle) io pensai che la stessa regola potesse applicarsi ai vegetali, e che sarebbe stato necessario sacrificar troppo tempo nel fecondare e incrociare delle piante, per molte generazioni successive, onde approdare a qualche risultato. Io ho dovuto pensare che tante osservazioni accumulate per favorire la fecondazione incrociata (la si trova in gran numero di piante) non potevano farsi allo scopo, sia d'ottenere qualche vantaggio mediocre o remoto, sia di evitare un male leggero e lentissimo.
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Orchidee Müller
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