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      - Il numero più piccolo di capsule prodotto dalle piante autofecondate, dev'essere attribuito in parte (ma non completamente) all'inferiorità della loro altezza, e questo fatto dipende sopra tutto da un indebolimento nel loro vigore costituzionale, che non permise a loro di mettersi a competere colle piante incrociate che vegetavano nel medesimo vaso. - I semi prodotti dai fiori incrociati di piante incrociate non furono sempre più grossi che i granelli autofecondati derivanti da piante autofecondate. I più leggeri semi che provenissero da fiori incrociati od autofecondati, germogliarono ordinariamente prima dei più grossi. Devo pure aggiungere che le piante incrociate, meno poche eccezioni, fiorirono prima delle loro corrispondenti autofecondate, come potevasi prevedere dalla loro vigorìa più evidente ed alla loro maggiore altezza.
      La minore fertilità delle piante autofecondate, si dimostra ancora in altra maniera; cioè dal fatto che le loro antere erano più piccole di quelle dei fiori appartenenti alle piante incrociate. Ciò venne osservato per la prima volta nella settima generazione, ma dev'essere però accaduto anche prima. Parecchie antere di fiori appartenenti alle piante incrociate ed autofecondate dell'ottava generazione poterono essere paragonati coll'aiuto del microscopio: quelle delle prime furono generalmente più lunghe ed evidentemente più larghe che quelle delle autofecondate. - La quantità di polline contenuto in una di queste ultime, fu, per quanto si può giudicare ad occhio, circa metà di quello racchiuso nell'antera d'una pianta incrociata.


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Gli effetti della fecondazione incrociata
di Charles Darwin
Utet
1878 pagine 584

   





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