L'alterazione della fecondità nelle piante autofecondate dell'ottava generazione, fu ancora giustificata da questo fatto, che è frequente negli ibridi: la sterilità dei primi fiori formati. - Così, per esempio, i quindici primi fiori d'una pianta autofecondata, appartenente ad una delle ultime generazioni, furono accuratamente fecondati col loro proprio polline, ed otto di questi caddero. Nel tempo stesso quindici fiori d'una pianta incrociata, furono autofecondati, ed uno solo cadde. In altre due piante incrociate della medesima generazione, molti fra i primi fiori si fecondarono da sè e produssero delle capsule. Nelle piante della nona generazione e forse di qualche generazione anteriore, un gran numero di fiori, come ho già detto, crebbero un po' mostruosi, e questo fatto era probabilmente in analogia con la diminuzione della fecondità nei fiori stessi.
Tutte le piante autofecondate della settima generazione, e forse di qualche generazione anteriore, produssero fiori della stessa tinta: un bellissimo porpora carico. - E lo stesso avvenne, senza varianti, nelle piante di tre successive generazioni autofecondate (molte si ottennero durante altre esperienze in corso di esecuzione, che qui non si descrivono). Il mio giardiniere richiamò, per primo, la mia attenzione sopra questo fatto: esso osservò che non era necessario contrassegnare le piante autofecondate, perchè esse potevano essere riconosciute dal loro colore stesso. I fiori avevano una tinta uniforme come quella d'una specie selvatica che vegetasse in istato naturale, ma avevano essi (ed è probabile) la medesima tinta che nelle prime generazioni?
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