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      Essi hanno una struttura più complicata, e sembrano essere adottati per la fecondazione incrociata, ma io non li ho esaminati molto accuratamente. Non è punto facile di fecondarli artificialmente, e perciò è possibile che qualche fiore di cui credeva aver assicurato l'incrociamento, fosse spontaneamente autofecondato sotto il velo. Sedici capsule provenienti da fiori perfetti incrociati contenevano in media 93 semi (essendo il massimo in ciascuna capsula di 137), e tredici capsule provenienti da fiori perfetti incrociati, contenevano 62 granelli (essendo il massimo per ogni frutto di 135), cioè a dire nella proporzione di 100 a 67. Ma ho motivo di credere che tale notevole differenza fosse accidentale; perchè, in un altro caso, nove capsule incrociate furono paragonate a dieci autofecondate (appartenenti tutte alle piante suddette) ed esse contennero pressochè l'identico numero di semi. Devo aggiungere che quindici capsule provenienti da fiori autofecondati, cleistogeni, contenevano in media 64 semi, essendo il massimo numero contenuto in uno di loro di 87 granelli.
      Si seminarono in cinque vasi, la cui superficie era divisa in tre compartimenti, dei semi incrociati ed autofecondati di fiori perfetti, poi degli altri semi provenienti da fiori cleistogeni autofecondati. Le pianticine furono diradate poco dopo che germogliarono, di maniera che si lasciarono soltanto 20 piante per ciascuna divisione. I soggetti incrociati, arrivati alla fioritura, avevano in media 0m,108 in altezza e gli autofecondati provenienti da fiori perfetti 0m,113, cioè a dire come 100 a 99. Le piante autofecondate nate da fiori cleistogeni misurarono in media 0m,121 di altezza, in modo che le incrociate stavano (per altezza) a queste ultime come 100 sta a 94.


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Gli effetti della fecondazione incrociata
di Charles Darwin
Utet
1878 pagine 584

   





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