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      Asa-Gray, che le riconobbe come appartenenti all'E. californica, colla quale sono identiche nei caratteri generali. Due di queste piante furono coperte d'un velo, e non mi parve ch'esse fossero così completamente sterili, come lo sono nel Brasile. Ma ritornerò sull'argomento in altra parte di quest'Opera. Mi basterà qui di stabilire che otto fiori di queste due piante fecondati sotto il velo col polline di un'altra pianta, produssero otto belle capsule, di cui ciascuna conteneva in media 80 sementi. Otto fiori della stessa pianta, fecondati col loro proprio polline, produssero sette capsule che, in media, contenevano solo 12 sementi e al massimo 16. Le capsule incrociate paragonate alle autofecondate diedero adunque i semi nella proporzione di 100 a 15. Queste piante adunque di origine brasiliana differirono moltissimo dalle piante inglesi, in ciò ch'esse, sotto il velo, produssero pochissime capsule spontaneamente autofecondate. I semi incrociati ed autofecondati nati dalle suddette piante, dopo la germinazione nella sabbia pura, furono collocati per coppie in punti opposti di cinque grandi vasi. Le pianticine così ottenute erano nipoti delle piante brasiliane, i loro genitori erano nati in Inghilterra. Siccome gli avi nel Brasile esigevano assolutamente una fecondazione incrociata per produrre dei semi, sperai che l'autofecondazione avrebbe avuto nelle pianticine dei cattivi risultati, e che le piante incrociate avrebbero mostrata una grande superiorità, in altezza e in vigore, sopra quelle ottenute da fiori autofecondati.


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Gli effetti della fecondazione incrociata
di Charles Darwin
Utet
1878 pagine 584

   





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