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      Essendo questa specie propagata come pianta d'ornamento, ottenni dapprima qualche pianticina per aver poi delle piante distinte. Sopra una di queste fecondai alcuni fiori col loro proprio polline, e siccome questo matura e cade assai prima che lo stigma sia preparato alla fecondazione sullo stesso fiore, fu necessario di contrassegnare ciascun fiore e di conservare il polline in una cartolina egualmente contrassegnata. Per tal modo adoperai polline molto maturo per l'autofecondazione. Parecchi fiori della stessa pianta furono fecondati col polline di una pianta distinta; per ottenere questo polline, le coalescenti antere dei fiori giovanetti furono molto compresse, e siccome in natura egli è espulso a poco a poco per il crescere del pistillo, è probabile che il polline di cui mi sono servito fosse appena maturo, e certamente lo era meno di quello adoperato nell'autofecondazione. Io non pensai allora a questo guaio; ma ora temo che le incrociate ne abbiano sofferto in seguito. In ogni caso l'esperienza non fu assolutamente esatta. Il fatto che un egual numero proporzionale di fiori produce maggior numero di capsule nelle incrociate che nelle autofecondate, è in opposizione con quello suddetto, che, cioè, il polline adoperato nell'incrociamento non fosse efficace come quello adoperato nell'autofecondazione, ma non v'ebbe una notevole differenza nel complesso dei semi che racchiudevano le capsule dei due gruppi.(63)
      Siccome i semi ottenuti coi due suddetti metodi non avrebbero germogliato se fossero stati posti nella sabbia pura, furono seminati nei punti opposti di quattro vasi, ma non arrivai che ad ottenerne una sola coppia contemporanea in ciascuno dei vasi.


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Gli effetti della fecondazione incrociata
di Charles Darwin
Utet
1878 pagine 584