Pagina (268/584)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Tale conclusione è impensata, perocchè essa supporrebbe che una gran quantità di polline sia prodotta inutilmente. Secondo tale opinione, anche la grande estensione della superficie stigmatica, sarebbe ingiustificabile nella struttura del fiore, e nella posizione relativa d'ogni sua parte. Queste sono disposte in modo che gli insetti, visitando il fiore, per succhiarne il molto nèttare, non possono a meno di trasportare il polline da un fiore all'altro.(71)
      Secondo Delpino, le api visitano avidamente i fiori di questa Canna del Nord d'Italia; ma io non ho mai visto alcun insetto visitare questo fiore nella mia serra calda, e n'ebbi parecchie piante per parecchi anni. Comunque sia, queste piante producevano molti semi, e restarono fecondissime anche coperte da un velo; sono quindi capacissime d'autofecondazione, e sono state forse autofecondate in Inghilterra per diverse generazioni. Siccome le piante furono coltivate in vasi e non sono in lotta con nessuna delle piante circostanti, sono state per qualche tempo trattate in condizioni quasi uniformi. Questo caso trova adunque il suo simile in quello del pisello comune; sul quale abbiamo dovuto conchiudere che un incrociamento fra piante di questa discendenza non ha prodotto nè bene nè male. Anche nel caso presente non s'ebbe vantaggio se non che i fiori fecondati dall'incrociamento diedero assai più semi che gli autofecondati. Questa specie (Canna) fu una delle prime sulle quali esperimentai, e siccome io non aveva allora ottenuto piante autofecondate per più generazioni successive in condizioni uniformi, non sapeva nè supponeva che un tale trattamento potesse distruggere i vantaggi che si avrebbero ottenuti da un incrociamento.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Gli effetti della fecondazione incrociata
di Charles Darwin
Utet
1878 pagine 584

   





Delpino Canna Nord Italia Inghilterra Canna