Mi sembrerebbe ora utile di esaminar prima i risultati indicati nella Tabella C; tale metodo ci permetterà di occuparci, per incidenza, di qualche punto importante. Se il lettore vuol ben osservare la colonna di destra di questa Tabella, egli vedrà, a colpo d'occhio, quale straordinario vantaggio, in altezza, in peso ed in fecondità, abbiano riportato le piante nate da un incrocio con una nuova origine, o con un'altra sotto-varietà, sopra le autofecondate e sulle inter-crociate della stessa vecchia origine. Non trovai che due eccezioni a questa regola ed esse non hanno in vero tutti i voluti titoli di prova. Nel caso della Eschscholtzia, il vantaggio non risguarda che la fecondità. In quello della Petunia, benchè le piante derivate da un incrocio con una nuova origine avessero una grande superiorità, e in altezza, e in peso, e in fecondità, sulle autofecondate, esse nondimeno furono battute, in peso e in altezza (non in fecondità) dalle piante inter-crociate della stessa antica origine. È stato provato, del resto, che la superiorità di queste piante inter-crociate, in altezza e in peso, non era, probabilissimamente, che apparente; perchè se le due serie si fossero lasciate crescere ancora un mese, è quasi certo che le piante nate da un incrociamento con una nuova origine avrebbero superato sotto ogni riguardo le piante inter-crociate.
Prima di toccare le specialità delle differenti esperienze contenute nella Tabella C è necessaria qualche osservazione preliminare. È evidentissimo, come lo vedremo tosto, che il vantaggio risultante da un incrocio dipende interamente da ciò che le piante incrociate hanno una costituzione un po' differente e che gli svantaggi annessi alla autofecondazione dipendono dalla costruzione degli elementi generatori, che, associati in uno stesso fiore ermafrodita, li rassomigliano molto.
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Tabella C Tabella Eschscholtzia Petunia Tabella C
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