Se noi osserviamo le tre generazioni prese assieme, noi troviamo che ventisette piante incrociate stavano in altezza ad altrettante autofecondate, come 100 a 96. La differenza è sì leggera, in proporzione di quella riscontrata nella discendenza di una stessa pianta madre, dopo l'incrocio con una varietà un po' diversa, da lasciarci supporre (come si dimostrò nella Tabella C) che gli individui appartenenti alla varietà che servì di semenzaio nelle mie esperienze, abbiano acquistato una costituzione quasi simile, e tale che non poteva più approfittare d'un mutuo inter-crociamento.
Dopo aver passati in rivista questi ventisei casi, nei quali le incrociate non sorpassarono in altezza le autofecondate di più che il 5 per 100, o furono loro inferiori, noi possiamo concludere che per la maggior parte, essi non costituiscono una eccezione alla regola, che un incrocio fra due piante (a meno che queste non siano state esposte per più generazioni a condizioni eguali) trasmette alla discendenza un grande vantaggio. Fra questi ventisei casi, due almeno, quello dell'Adonis e della Bartonia devono essere esclusi, perchè le esperienze furono rese vane dallo stato estremamente malaticcio delle piante. In altri dodici casi (contenenti tre esperienze fatte sulla Eschscholtzia) le piante incrociate, o furono superiori in altezza alle autofecondate in tutte le altre generazioni, eccetto quella in questione, o mostrarono in altro modo la loro superiorità (col peso o la fecondità o la precocità della fioritura), o i fiori incrociati sulla pianta madre diedero più semi che le autofecondate.
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Tabella C Adonis Bartonia Eschscholtzia
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