Ho fatto accurati esperimenti sopra cinque generi, appartenenti a quattro famiglie; in un solo caso, quello della Digitalis, la discendenza di un incrocio tra fiori della stessa pianta, ne ottenni qualche vantaggio, ma leggerissimo in confronto di quelli ottenuti dall'incrocio fra piante distinte. Nel capitolo che si riferisce alla fecondità, quando noi esamineremo gli effetti della fecondazione incrociata e dell'autofecondazione sulla produttività dei generatori, noi arriveremo presso a poco allo stesso risultato, che, cioè, un incrocio tra fiori della stessa pianta non aumenta affatto il numero dei grani, se non per accidente, e in piccolissimo grado. Ecco intanto un'analisi delle esperienze fatte.
1. Digitalis purpurea. - Alcune pianticine ottenute, sia da fiori inter-crociati sulla stessa pianta, sia d'altri fiori fecondati col loro proprio polline, furono coltivati, nel modo solito, in gara reciproca agli opposti di dieci vasi. Di questo caso, come dei quattro seguenti, le particolarità saranno date nel paragrafo speciale a ciascheduna specie. In otto vasi, nei quali le piante non vissero molto stipate, gli assi fiorali di sedici piante inter-crociate, furono in altezza a quelle delle sedici autofecondate, come 100 a 94. Negli altri due vasi in cui le piante vegetarono agglomerate gli assi fiorali di nove piante inter-crociate stavano in altezza a quelle delle nove autofecondate come 100 a 90. L'avvantaggio reale ch'ebbero in questi due vasi le incrociate sulle autofecondate risulta evidentemente dal peso relativo, dopochè furono tagliate; questo peso stava in proporzione di 100 a 78. L'altezza media degli assi fiorali di ventidue inter-crociate, nei dieci vasi presi insieme, stava a quella degli assi fiorali di ventidue autofecondate, come 100 a 92. Così le piante inter-crociate furono in qualche modo superiori alle autofecondate, ma poco in confronto di quello che lo fu la discendenza d'un incrocio fra piante distinte.
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