Trifolium pratense. - Un centinaio di infiorescenze coperte non produsse un solo seme, mentre che le infiorescenze vicine visitate dagli insetti diedero in peso 4 grammi e 32 di semi. Ora siccome ottanta semi pesavano grammi 0,13, le cento infiorescenze dovevano avere duemila settecentoventi semi. Ho molte volte osservata questa pianta e non ho mai visto che le api ne succhiassero i fiori, se non lateralmente a traverso le aperture fatte dai calabroni o profondamente al disopra dei fiori, come se cercassero qualche secrezione del calice, quasi nel modo stesso che lo ha descritto Farrer nel caso della Coronilla (Nature, 1874, 2 luglio, p. 169). Devo tuttavia eccettuare una circostanza in cui essendosi falciato un campo di trifoglio (Hedysarum onobrychis) le api vicine parevano prese dalla disperazione. I fiori del trifoglio furono quasi tutti disseccati. Essi contenevano una grande quantità di nèttare che le api potevano succhiare. Un apicultore esperto, il signor Miner, dice che agli Stati Uniti non succhiano mai il trifoglio rosso, e M. Colgate mi dice che ha osservato lo stesso nella Nuova Zelanda, dopo l'introduzione delle api in quell'isola. D'altra parte H. Müller (Befruchtung, p. 224) ha visto sovente in Germania che le api visitavano questo fiore nel doppio scopo di raccogliere il polline e il nèttare; esse ottenevano quest'ultimo soltanto lambendone ad uno ad uno i petali. Ciò che è certo si è che i calabroni sono i principali agenti della fecondazione del trifoglio rosso-carmino.
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