Il polline contiene molte materie azotate e fosforo, che sono gli elementi più necessari per lo sviluppo dei vegetali; ma nei fiori maggiormente aperti una gran quantità di polline viene consumata dagli insetti che se ne nutrono, o dalle continue pioggia. In molte piante quest'ultimo danno è evitato, per quanto si può, dalla deiscenza delle antere, che avviene soltanto in tempo asciutto,(106) dalla posizione e la forma di molti o di tutti i petali, dalla presenza dei peli, e, come lo dimostrò Kerner in una interessante esperienza,(107) dai movimenti dei petali del fiore intiero nel tempo freddo ed umido. Allo scopo di compensare tante perdite del polline, le antere ne producono assai più che non occorra per fecondare un fiore. E son condotto a crederlo, per le mie esperienze sull'Ipomaea, riferite nella introduzione; ed è confermato meglio ancora dalla quantità straordinariamente piccola di polline che producono i fiori cleistogeni (che se la conservano tutta intera) paragonata all'abbondante quantità che ne producono i fiori aperti nella stessa pianta. E pure quella piccolissima quantità basta a fecondare i molti semi che contengono. Il signor Harssall si è pigliata la briga di contare i grani pollinici prodotti da un fiore di Leontodon, e ne trovò un totale di 243,600. Nella Peonia ne trovò 3,654,000.(108) Il redattore del Botanical Register, dopo aver contati gli ovoli nei fiori della Wistaria sinensis, contò accuratamente i grani di polline e trovò che ne avevano 7000 per ciascun ovolo.
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