I semi di 29 fiori produssero ibridi, come potevasi aspettare dalla natura del polline impiegato; e finalmente i semi dei 202 fiori rimanenti produssero piante perfettamente legittime, per cui essi han dovuto essere fecondati dagli insetti che vi portarono il polline da una distanza di circa 500 a 600 metri.(116) Può essere che qualcheduno di questi 202 fiori sia rimasto fecondato dal suo polline lasciatovi accidentalmente dopo la evirazione, ma per dimostrare come sia improbabile tale supposizione, devo aggiungere che Gärtner, per gli otto anni seguenti evirò 8042 fiori, li ibridizzò in una camera chiusa, e i semi di 70 soli fra essi (cioè meno dell'uno per cento) diedero una discendenza legittima e senza ibridi.(117)
Dai numerosi casi che abbiamo riportati, ne viene che i fiori sono ammirabilmente adatti per la fecondazione incrociata. Tuttavia il maggior numero di loro presenta delle disposizioni, le quali, sebbene meno notevoli, si manifestano però adatte all'autofecondazione. La principale fra queste è il loro stato di ermafroditismo, cioè a dire, l'inclusione nella stessa corolla dei due organi riproduttori, maschio e femmina. Essi sono spesso vicinissimi e maturano simultaneamente, in modo che il polline dello stesso fiore non può non essere deposto sullo stigma nel momento favorevole. Vi sono pure molte particolarità nella struttura, fatte allo scopo di facilitare l'autofecondazione.(118) Queste disposizioni sono molto evidenti nel curioso caso scoperto da H. Müller, in cui una specie esiste sotto due forme, l'una avente dei fiori fatti per l'incrocio, l'altra dei piccoli fiori adatti all'autofecondazione e provveduti di più parti leggermente modificate a tale scopo.
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Gärtner Müller
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