Io direi ancora, per dilatare un po' la quistione, che una pianta sarebbe in migliori condizioni per svilupparsi in albero, se fosse provveduta di sessi separati che rimanendo allo stato ermafrodito; perocchè nel primo caso i suoi numerosi fiori sarebbero meno esposti alla fecondazione diretta. Ma bisogna ancora notare che la lunga vita d'un albero o di un arboscello permette la separazione dei sessi, nel senso che questi ultimi hanno meno a soffrire di un'accidentale mancanza di fecondazione e della conseguente produzione dei semi, in confronto delle piante di breve durata. Da ciò la rarità della dioecia nelle piante annuali, come osserva Lecoq.
Noi abbiamo finalmente delle ragioni per credere che la maggior parte delle piante provenga genealogicamente da forme molto inferiori antecedentemente coniugate, e che gli individui coniugati differiscano alquanto fra loro, rappresentando uno il maschio, l'altro la femmina; per modo che le piante furono originariamente dioiche. Nei remoti periodi primitivi, questi vegetali inferiori dioici diedero origine, probabilmente per rampolli, alle piante monoiche aventi i due sessi sullo stesso individuo; e più tardi per una unione più intima di sessi, alle forme ermafrodite che sono ora le più comuni di tutte.(164) Dacchè le piante si fissarono al suolo il loro polline dev'essere stato trasportato da un fiore all'altro con mezzi particolari, e certo, prima di tutto, col vento, poi cogli insetti che nutronsi di polline, poi con quelli che succhiano il nèttare.
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Lecoq Dacchè
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