Col progredire del tempo, qualche pianta entomofila tornò allo stato anemofilo, e qualche pianta ermafrodita separò nuovamente i suoi sessi; noi non conosciamo che inesattamente i vantaggi risultanti da quest'alternativa di cambiamenti prodotti in date condizioni.
Le piante dioiche, in qualunque modo siano fecondate, hanno un grande vantaggio sulle altre, in quanto che la loro fecondazione incrociata è certa. Ma tale vantaggio, nelle specie anemofile, a spese di un'enorme produzione di polline, corre pericolo di non ottenere l'effetto della fecondazione, la discendenza. Del resto la metà degli individui, cioè i maschi, non producono semi, ciò che può costituire una reale inferiorità. Delpino fa osservare che le piante dioiche non possono avere un così facile sviluppo come lo hanno le specie monoiche e le ermafrodite, poichè un solo individuo che avrebbe la probabilità di toccare una certa altezza, non potrebbe trasmettere la sua proprietà colle sole sue forze; ma tale svantaggio, non sarebbe forse assai importante. Le piante monoiche difficilmente possono a meno di esercitare largamente una funzione dioica, per la leggerezza del loro polline e per la direzione laterale del vento; alle quali cause è da aggiungersi il vantaggio di un'accidentale o frequente produzione di semi incrociati. Quand'esse sono, per giunta, dicogame, di necessità la funzione dioica si stabilisce. Finalmente, le piante ermafrodite possono d'ordinario produrre almeno qualche seme autofecondato, e nello stesso tempo sono capaci di fecondazione incrociata, per l'evaporazione dei mezzi specificati in questo capitolo.
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Delpino
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