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      Nel nostro paese, per quanto ho potuto vedere, le vespe non succhiano il nèttare che nei fiori dell'Epipactis, della Scrophularia aquatica, del Symphoricarpus racemosa(174) e del Tritoma; le due prime indigene, le altre due esotiche. Essendo le vespe avidissime dello zucchero, in modo da succhiare anche le minutissime stille secrete dalle foglie di Prunus Laurocerasus, è strano ch'esse poi non succhino il nèttare che potrebbero trovare, senza bisogno della tromba, in molti fiori aperti. Le api visitano i fiori del Symphoricarpus e del Tritoma, ed è a stupirsi che non frequentino quelli dell'Epipactis e della Schrophularia aquatica, mentre visitano quelli della Schrophularia nodosa, almeno nell'America del Nord.(175)
      L'industria maravigliosa delle api e il numero dei fiori che esse visitano in un tempo brevissimo, in modo che molti sono visitati più volte di seguito, deve molto aumentare la probabilità ch'essi hanno di ricevere il polline d'una pianta distinta. Quando il nèttare è, in qualsiasi modo, nascosto, le api non possono sapere, prima di aver introdotto la loro tromba, se esso sia stato sfruttato prima dalle loro compagne, e tale ignoranza, come osservai altrove, le obbliga a visitare un maggior numero di fiori. Tuttavia esse procurano di perdere il minor tempo possibile; per esempio, quando un fiore ha più nettarii, se ne trovano uno di vuoto, esse non guardano gli altri, e passano subito ad altro fiore. Il lavoro è così assiduo e tenace, che anche nelle piante sociali, che vivono a centinaia di migliaia unite, e in molte specie di Surcella, ogni fiore viene visitato.


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Gli effetti della fecondazione incrociata
di Charles Darwin
Utet
1878 pagine 584

   





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