Del resto i vantaggi risultanti dalla fecondazione incrociata differiscono molto nelle diverse piante, è dunque probabile che alcune specie affini approfitterebbero dell'incrocio in un grado differente. In tali condizioni molto variabili, e dinanzi ai due scopi, in qualche modo contrari, cioè, la propagazione della specie assicurata, e la produzione d'una vigorosa discendenza incrociata, non è sorprendente che alcune forme affini presentino una grande diversità nei mezzi impiegati per ottenere l'uno o l'altro scopo. Se, come è supponibile, l'autofecondazione è sotto un certo aspetto vantaggiosa (sebbene ella sia più che compensata nei suoi effetti dai vantaggiosi risultati d'un incrocio con un nuovo ceppo), il problema diventa ancor più complicato.
Non avendo fatto esperienze che due sole volte su parecchie specie di uno stesso genere, io non saprei dire se la discendenza incrociata, in molte specie dello stesso genere, differisca in superiorità da quella nata dalle medesime specie autofecondate; ma, dopo quanto ho osservato nelle due specie di Lobelia e in due soggetti della stessa specie di Nicotiana, io sarei indotto a credere che l'esperienza confermi l'esattezza di tale opinione. Le specie appartenenti a generi distinti della stessa famiglia, differiscono certamente a questo riguardo. Gli effetti della fecondazione diretta o dell'incrociata possono consistere o nello sviluppo o nella fecondità della discendenza, ma in generale dipendono e dall'uno e dall'altra. Pare adunque che non vi sia alcuna intima relazione fra l'opportunità che hanno i fiori delle diverse specie di prestarsi all'incrociamento e il modo con cui ne trae profitto la discendenza; ma noi possiamo a questo riguardo facilmente ingannarci, perchè, ad assicurare la fecondazione, esistono due mezzi speciali che non appariscono esteriormente, cioè l'autosterilità e l'efficacia preponderante del polline preso da un altro individuo.
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Lobelia Nicotiana
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