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      Tali due proporzioni sono già stabilite dalle mie esperienze. Ad esempio, quando le piante d'Ipomaea e di Mimulus, che erano state autofecondate per otto generazioni anteriori e costantemente conservate nelle stesse condizioni, furono inter-crociate le une colle altre, la discendenza non profittò punto dell'incrociamento. Il Mimulus offre un altro caso istruttivo che dimostra come i vantaggi d'un incrociamento dipendono dalle condizioni in cui hanno vissuto i progenitori. Piante per lo innanzi autofecondate per otto generazioni anteriori, furono incrociate con piante che avevano subìto l'inter-crociamento per altrettante generazioni, e tutte erano state, per quanto fu possibile, conservate nelle stesse condizioni; le pianticine provenute da tale incrociamento vissero in concorrenza con altre nate dalla stessa pianta generatrice autofecondata, sottomesse ad un incrocio con un nuovo ceppo, e le ultime stavano alle prime in altezza come 100 a 52, in fecondità come 100 a 4. Sul Dianthus si fece un'analoga esperienza, con questa sola differenza, che le piante non erano state autofecondate che per tre sole generazioni precedenti, e il risultato, sebbene meno rimarcato, fu analogo. I due precedenti casi (nei quali i discendenti dell'Ipomaea e dell'Eschscholtzia, derivati da un incrocio con un nuovo ceppo, diventarono tanto superiori alle inter-crociate della vecchia origine, quanto queste ultime lo furono ai discendenti autofecondati), si confanno pure alle stesse conclusioni. Un incrocio con un nuovo ceppo o con un'altra varietà sembrò essere sempre vantaggiosissimo, che le piante generatrici siano state, o no, inter-crociate o autofecondate per più generazioni anteriori.


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Gli effetti della fecondazione incrociata
di Charles Darwin
Utet
1878 pagine 584

   





Ipomaea Mimulus Mimulus Dianthus Ipomaea Eschscholtzia