Dalle mie esperienze abbiamo veduto come tali incrociamenti darebbero alla discendenza sorprendenti benefizi come altezza, come peso, come vigorìa e come fecondità. Ad esempio, alcune piante di Ipomaea per tal modo incrociate, furono alle inter-crociate della stessa origine, colle quali esse vissero in lotta, per altezza come 100 a 78, e per fecondità come 100 a 51; le piante d'Eschscholtzia similmente paragonate furono in fecondità come 100 a 45. Paragonate a quelle prodotte dalle piante autofecondate, questi risultati sono ancor più sorprendenti; per esempio i cavoli prodotti da un incrocio con un nuovo ceppo furono in peso agli autofecondati come 100 a 22.
I floricultori potranno apprendere dai quattro casi che abbiamo descritti per disteso, ch'essi possono fissare qualunque varietà a colore variabile, se essi hanno la pazienza di fecondare col loro proprio polline per cinque o sei generazioni consecutive i fiori della varietà ricercata, e a mantenere con tale cura le pianticine derivate. Ma ogni incrociamento con un altro individuo della medesima varietà deve evitarsi, perchè ciascuno di questi soggetti ha una costituzione particolare. Dopo una dozzina di generazioni autofecondate, è probabile che la nuova varietà sarà costante, anche quando sia coltivata in condizioni un po' differenti, e non vi sarà più bisogno di proteggerla contro inter-crociamenti con individui della stessa varietà.
Riguardo al genere umano, mio figlio Giorgio si è studiato di scoprire, mediante ricerche statistiche, se i matrimoni fra cugini germani sono dannosi (tale grado di parentela non nuoce punto alla produzione dei nostri animali domestici); ed è arrivato a questa conclusione, dopo le ricerche sue e del dott.
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Ipomaea Eschscholtzia Giorgio
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