(48) Kenntniss der Befruchtung (Conoscenza della fecondazione), 1844, p. 574 a 577.
      (49) Io ho riferito il caso osservato dal sig. COE nella Gardeners' Chronicle, 1858, p. 829; vedi ancora, per un altro caso, ibidem, p. 845.
      (50) Vedi il sig. W. EARLEY in Natura, 1872, p. 242, il quale arriva allo stesso risultato. Egli vide tuttavia le api visitare questi fiori, e suppose che, in tale circostanza, essi abbiano dovuto essere inter-crociati.
      (51) Nature, 10 ottobre 1872, pag., 479. H. MÜLLER dà un'accurata descrizione di questi fiori (Befruchtung, ecc., p. 247).
      (52) Variation of Animals and Plants under Domestication, capit. IX, 2a ediz., vol. I, p. 348.
      (53) Variation, ecc., 2a ediz., capo XI, vol. I, p. 428.
      (54) Philosophical Transactions (Transazioni filosofiche), 1799, p. 200.
      (55) Queste osservazioni furono riferite sommariamente dal Rev. G. HENSLOW nel Giornale della Società Linneana Botanica, vol. IX, pag. 358, anno 1866. H. MÜLLER ha poi pubblicato un eccellente e completo lavoro su questi fiori nella sua Befruchtung, ecc., p. 240.
      (56) Variations of Animals and Plants under Domestication, cap XVII, 2a ediz., vol. II, p. 118.*
      * John SCOTT ha provato (Annali di scienza naturale, 5a serie, t. II, p. 191) che, non solamente il più gran numero delle specie del genere Passiflora, ma anche, nella stessa famiglia, i generi Tacsonia e Disemma, restano più o meno sterili, essendo fecondati col loro proprio polline. Pare adunque che, nello strano caso di questa famiglia, l'abbassamento dello stigma verso le antere sia assolutamente inutile per l'autofecondazione, ed è veramente così se si considera che i diversi insetti che visitano sempre questo fiore (e sono moltissimi) e che vi portano sul dosso il polline preso da altri fiori della stessa specie, non raggiungerebbero mai gli stigmi, se questi conservassero la loro posizione notturna, cioè, riuniti in un fascetto altissimo, sotto quella parte del fiore che attira gli insetti.